È una lunga e bella intervista quella nella quale i fratelli Zuculini si raccontano sulle pagine della Gazzetta dello Sport.
Fratelli con un presente comune sì, ma con progetti diversi per il futuro: Franco (27), capelli lunghi e crespi, ama l’arte, dipinge, suona e immagina un domani senza pallone; mentre Bruno (24) ama il calcio e si vede già su una panchina una volta appesi gli scarpini al chiodo.
La loro esperienza nel calcio inizia grazie alla zia, che un giorno vide un cartello pubblicitario per i provini della scuola calcio del Racing. Il sogno dei fratelli Zuculini era quello di diventare come i loro idoli: Batistuta per Bruno e Mascherano per Franco.
I due di squadre ne hanno girate tantissime tra Argentina, Italia, Spagna, Inghilterra, Germania e Grecia. Poi la chiamata che li ha riuniti, come racconta il più giovane dei due: “Avevamo girato tanto. Poi un giorno Franco mi ha chiamato e mi ha parlato del Verona. Ero felice, anche perché non ci vedevamo da tre anni”.
Franco che finalmente è tornato a giocare dopo ben tre fratture del crociato che lo hanno tenuto a lungo fermo: “Non mollo ed eccomi qui. Abbiamo due case diverse, ma passiamo molto tempo insieme”. E in entrambe le case ha un pianoforte, per praticare sempre una delle sue grandi passioni: la musica: “Suono piano, chitarra e armonica. Un domani mi piacerebbe formare una band anche col mio amico Castro, del Chievo, e girare il mondo. Amo blues e jazz”.
Musica ma non solo, perché le sue altre grandi passioni sono la pittura e la filosofia: “Dipingo a olio su tela. Ho imparato da solo anche questo. E mi piace leggere: prima ero cattolico, ora sono più vicino alle idee di Spinoza per il quale Dio è natura”.
Una passione che li accomuna è Verona: “Siamo stati all’Arena: che emozione”. E il vino, scoperto grazie all’amico Caceres.
“Io continuerò a vivere in Italia, e se non riuscirò a fare il musicista proverò nel campo immobiliare”, dice Franco. Bruno invece sogna la panchina: “È appassionato, conosce tutte le squadre”.
