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Proteste allo Stadio? Una storia che si ripete

Bell’intervento su L’Arena odierna che ci riporta indietro nel tempo, ripercorrendo alcuni momenti salienti della tifoseria organizzata gialloblù: in particolare, raccontando i guanti di sfida lanciati alla Società Hellas Verona e le proteste inscenate.

1975: Parliamo del Verona di Cadè, siamo circa a metà marzo di quell’anno. I gialloblù perdono contro l’Avellino in Serie B, mettendo a rischio la promozione nella massima serie considerata scontata da parte di tutti. Il Bentegodi non la prende bene: un mare di tifosi cerca di entrare negli spogliatoi dopo il triplice fischio finale. E nel ’75 non c’erano misure di sicurezza, steward o cordoni: i giocatori sono costretti a farsi largo tra i tifosi arrabbiati. E cosa accadde? Accadde che un paio di ceffoni ben assestati raggiunsero Zigoni e Franzot, come succedeva un tempo quando si faceva arrabbiare la nonna. Accadde che Nanni ebbe una discussione talmente accesa con un tifoso, da regolare i conti fuori dallo stadio.

Cadè non passa indenne da queste forche Caudine: esonerato, la squadra verrà affidata a Gigi Mascalaito, raggiungerà la Serie A.

Anni Ottanta: Nando Chiampan, al tempo di Osvaldo Bagnoli presidente del Verona, subisce una feroce contestazione da parte della Curva per la sua gestione della Società. Nel 1990 Chiampan e Polato, il suo socio, lasceranno l’Hellas: l’anno dopo arriva il fallimento.

12 gennaio 1992: il Verona gestito da Mazzi e Ferretto perde al Bentegodi contro il Milan. In quel caso, gli scontri fuori dallo stadio furono particolarmente violenti. L’anno successivo, il Verona giocherà in Serie B.

2002: “Pastorello vattene” recitavano gli striscioni più delicati nei confronti del n.1 del Verona. Nel 2002 i gialloblù retrocedono in Serie B, la delusione colpisce tutti, nessuno escluso, ma il Presidente Pastorello viene criticato più di altri.

2003/2004: Salto in avanti, stiamo guardando il Verona di Maddè, che arriva a sedersi in panchina dopo il fallimento di Salvioni. La situazione non è rosea, ma riesce a peggiorare: sempre contro l‘Avellino, i gialloblù si fanno rifilare un sonoro 6 a 0. E la squadra è costretta al più goffo dei tentativi di elusione, fuggendo dall’aeroporto in taxi con la scorta della Polizia.

26 febbraio 2017: il Verona di Fabio Pecchia perde contro il Frosinone. I tifosi non ci stanno, si vedono di nuovo a perdere il treno della A, così si presentano a Peschiera, al campo di allenamento, e le uova la fanno da padrone: il campo diventa inagibile a causa della frittata fatta dai tifosi, il manto verde coperto di gusci rotti dopo il lancio. Il feeling, si può dire, non è mai stato dei migliori.

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