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Di Carmine si presenta: “Sono qui per la Serie A. Io e Pazzini? Insieme non sarà un problema”

L’attaccante arrivato quest’estate dal Perugia si è presentato oggi alla stampa e a tutto il mondo gialloblù. Queste le sue parole:

Quali sono i tuoi obiettivi e le tue aspettative qui a Verona?
“Sono contentissimo di essere arrivato qua. Questa è una piazza con grande storia, molto legata alla mia Firenze. Sono venuto qua per migliorarmi e per raggiungere un’obiettivo importante con questa nuova maglia. Ce la metterò tutta”.

Senti la pressione, la responsabilità di essere un giocatore arrivato con l’etichetta di attaccante che sposta gli equilibri?
“Sono pronto, mi sento pronto. Devo ripagare la fiducia che la società ha avuto in me visto l’investimento importante che ha fatto. Dall’alto lato sono anche molto contento perché se sono qua significa che ho lavorato bene negli ultimi anni”.

A Perugia per un periodo hai giocato punta insieme a Cerri. Pensi che con Pazzini si possa replicare un attacco a due punte?
“Sì, con Cerri io facevo la prima punta e lui mi girava attorno aprendomi gli spazi. Con Pazzo sarà diverso ma sono convinto che potremmo giocare assieme e fare molto bene. Vediamo cosa decide il mister”

Pazzini lo conosci dai tempi della Fiorentina. Che ricordi hai di lui ai tempi dei viola?
“Pazzo mi ha insegnato tanto quando ero giovane, mi dava consigli mi insegnava i movimenti. È stato bello ritrovarlo qui e sarà bello giocarsi il posto con lui settimana dopo settimana”.

L’impatto con l’ambiente gialloblù com’è stato?

“Sono davvero contento della scelta che ho fatto. Questo è l’ambiente ideale per me per come sono come persona”.

Hai scelto la maglia numero 10, un segnale importante che fa capire quanto tu ci tenga ad affermarti con la maglia dell’Hellas…
“Sì, sono arrivato qui per affermarmi con questa maglia. Il 10 è un numero importante per me, il mio portafortuna da due anni a questa parte, mi sono anche sposato in quella data”.

Ci racconti come è nata questa trattativa che è stata sicuramente lunga e difficile?
“Era da giugno dell’anno scorso che c’era questa possibilità, poi non si è trovato l’accordo tra Perugia e Verona Quest’anno aspettavo la serie A e sono stato io a tentennare. Poi però il direttore mi ha fatto sentire l’importanza e la voglia che la società aveva di portarmi qui. Mi ha convinto subito, ci ho messo poco a scegliere Verona”.

Questo Verona come lo vedi? Che campionato sarà?
“La squadra è sicuramente molto forte, con ottimi interpreti. La B è sempre un campionato difficile, dove non basta avere dei buoni singoli ma serve anche dell’altro. Però sono fiducioso, la squadra sta giocando benissimo e sono convinto che questa sarà una gran bella stagione”.

Le ultime due stagioni a Perugia ti hanno portato a segnare molto di più. Che cosa è cambiato, che cosa ti ha fatto diventare così prolifico?
“Sì questo cambiamento lo devo innanzitutto al mio ex allenatore Cristian Bucchi che mi ha inserito in campo in modo diverso, facendomi correre meno e pulendo i movimenti, cosa fondamentale per un attaccante, soprattutto in Serie B”.

Il tuo percorso professionale com’è stato?
“Sono partito che ero considerato un diamante, ho fatto fatica, ho giocato fuori ruolo e qualche anno lo ho buttato via. Poi a Perugia sono stato rimesso nella mia posizione. Io mi considero una prima punta, non un esterno, non un trequartista. Finalmente però, anche se un po’ tardi sono diventato il giocatore che tutti si aspettavano che diventassi”.

Toni e Batistuta sono due grandi modelli per te…
“Toni è stato il più forte attaccante con cui mi sono allenato. Si vedeva ad ogni allenamento la fame che aveva di fare gol. Batistuta per me è un mito. La grinta e l’adrenalina che ci metteva ad ogni gol che faceva mi hanno trasmesso tantissimo”.

Una curiosità, la tua esultanza da dove deriva?
“La L di Leonardo, mio figlio”.

Obiettivo per questa stagione?
Io punto sempre a migliorarmi. Voglio fare più gol possibili, ma soprattutto sono qui per aiutare il Verona a tornare subito in Serie A”.

Hai giocato in alcune grandi piazze con tifoserie molto calde. Il calore dei tifosi ti fa effetto?
“Una volta da giovane mi faceva più effetto, ora un po’ meno, ma mi piace sempre sentire il boato della curva dopo un mio gol”.

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