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Coppa Italia, Grosso: “Calciatori forti, ma che giochino insieme”

Il tecnico gialloblù, a due giorni dalla sfida di Catania, ha già svelato il suo mantra

Avere giocatori forti è importante, ma che questi sappiano giocare insieme è fondamentale“: è questo il leitmotiv della conferenza stampa tenuta oggi da Fabio Grosso a due giorni dalla sfida di Coppa Italia contro il Catania.

Tra mercato, previsioni sul match del match e situazioni extra-calcistiche, andiamo quindi a proporvi le principali dichiarazioni del tecnico gialloblù.

Le prime domande riguardano ovviamente il match del Massimino, una sfida che si rivelerà decisamente dura secondo il mister:
«Quella di domenica sarà una partita stimolante, anche perché al contrario di quanto previsto ci ritroveremo a doverla giocare in trasferta. In tutto questo dobbiamo però trovare i lati positivi, come il fatto che questo match ci permetterà di calarci sin da subito nell’atteggiamento giusto per affrontare questa stagione. Giocheremo infatti contro una squadra tosta con interpreti di qualità, in una piazza importante e carica per il possibile ritorno in Serie B, quindi ci sarà un ambiente molto caldo ad accoglierci. Dovremo essere bravi a non farci influenzare dal fattore campo: è un dettaglio che non deve pesarci, mentre sono convinto che per le altre squadre sarà un aspetto non di poco conto. Servirà una partita di livello, e per farla dovremo mettere in campo tutte le nostre qualità».

Un ottimo test in vista della prossima stagione insomma, un’annata che però si preannuncia piuttosto strana a causa delle numerose incertezze riguardanti il prossimo campionato di Serie B:
«Sinceramente stiamo capendo molto poco di quello che sta accadendo nel mondo del calcio, quindi preferiamo concentrarci sul campo per trovare la giusta amalgama».

Questa “amalgama” sembra proprio essere un chiodo fisso per Grosso, che continua a ripetere il proprio ritornello anche quando gli si chiede di qualche nuovo arrivo come Dawidowicz e Ragusa oppure della permanenza di Pazzini:
«Non amo molto parlare di mercato: io sono soddisfatto della rosa che ho, anche se credo che da qui alla fine ci sarà ancora qualche movimento. Dawidowicz e Ragusa? Pawel è un giovane di qualità con già un’ottima esperienza con la sua Nazionale: spero di poter fargli esprimere tutte le sue grandi potenzialità. Antonino è arrivato da poco, ma si è già calato nella giusta mentalità e vuole essere protagonista con questa maglia. Per quanto riguarda Pazzini, l’ho schierato titolare sin da subito e lui si è fatto trovare pronto: è questo ciò che voglio dai miei giocatori, il sapersi mettere a disposizione quando chiamati in causa. Avere giocatori di livello è importante, ma è ancora più determinante che questi sappiano sacrificarsi, dando tutto quando necessario. Come infatti di insegna la storia, non sempre ad arrivare in fondo sono i più forti, quindi creare un gruppo compatto e coeso è di fondamentale importanza: sarà un campionato lungo ed equilibrato, ognuno avrà modo di esprimere le proprie qualità».

Il mister ha quindi parlato della città di Verona, che intende vivere, pur senza distrarsi dall’obiettivo principale:
«Sono in una città bellissima, e io sono una che ama molto vivere i luoghi in cui arriva. Questo però non è una priorità: io sono qui per lavorare, più avanti avrò tempo e modo per vedere le bellezze di Verona. Dove vivrò? Ancora non lo so, ma vivere più o meno distante dal campo di allenamento non cambierà nulla».

La discussione si è quindi spostata sul piano tattico e sulle numerosissime alternative a disposizione del tecnico:
«Non sono fissato con determinati moduli o ruoli, anzi, spesso in allenamento amo far provare nuove soluzioni ai ragazzi, in modo da far loro scoprire nuove zone del campo e nuovi punti di vista per quando poi giocheranno effettivamente nelle loro posizioni naturali. Certamente durante l’anno ci adatteremo al meglio in base alla partita e all’avversario, così da occupare il campo nel migliore dei modi per mettere in difficoltà l’avversario».

Due parole poi sull’importanza dell’esperienza barese:
«Lavorare a Bari è stato difficile e complicato, ma bellissimo: le difficoltà quotidiane mi hanno costretto a trovare soluzioni alternative, e questo mi ha reso più forte. Sono molto orgoglioso di quanto fatto durante la mia precedente esperienza da allenatore, siamo arrivati a giocarcela fino all’ultimo contro squadre ben più organizzate di noi».

Per chiudere, Grosso ha parlato anche dei suoi nuovi tifosi:
«Ci hanno sorpreso positivamente presentandosi così numerosi a un’amichevole estiva all’estero, ma nessuno aveva dubbi riguardanti il calore di questa piazza. Loro ci hanno già fatto capire cosa vogliono, e noi cercheremo di darglielo dando il massimo e soprattutto attraverso i risultati, che alla fine sono ciò che determina l’umore di una tifoseria».

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5 anni fa

Fabiè a Verona l’umore della tifoseria non lo determina solo il risultato fidati… SEMPRE UNICI I BUTEI

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