Il tecnico dell’Hellas Verona sposta l’attenzione dalla crisi tecnica della squadra sfidando la piazza come il suo predecessore: “Sempre stato sotto esame”
Sembra un film già visto quello che ha come protagonista Fabio Grosso e come sfondo Verona. E questo remake non è certo un bel vedere, perché analizzando le ultime parole dell’ex allenatore del Bari la testa va subito alle dichiarazioni spese da Fabio Pecchia in passato.
“La città non mi ha mai accettato“, ha più volte detto l’ex assistente di Rafa Benitez, accusando in maniera tutt’altro che velata la piazza di avere dei pregiudizi su di lui ancora prima che sul suo lavoro. Ma forse il tecnico campano dimentica quanto sia stata complicata la promozione di due anni fa e di come sia stato a tratti indifendibile la sua squadra nel corso dello scorso torneo.
La storia però, qualche volta, si ripete e così ieri, dopo l’ennesima sconfitta, Grosso sembra avere indossato i panni del suo predecessore, sfidando quasi la città: “Da quando sono arrivato qui mi sono sempre sentito in discussione. Il mio futuro? Parlatene con Setti“, ha dichiarato. Al netto di un umano e comprensibile nervosismo post gara, Grosso ha preferito spostare sul personale i problemi che sono strettamente legati al campo: poco gioco, scarsa pericolosità in avanti, difesa fragile e troppi equivoci tattici.
In questo momento l’Hellas non ha bisogno di vittimismi e piagnistei, soprattutto da parte di chi questa squadra deve condurla in Serie A, con tutti gli oneri del caso, ma anche con una rosa di primissimo ordine e una piazza pronta a trasmettere tutta la sua energia per raggiungere l’obiettivo.