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Bjelanović a L’Arena: “Il cuore di Martinelli batte nel Verona di oggi”

L’ex attaccante dell’Hellas, intervistato dai colleghi, non ha potuto non ricordare il compianto presidente del rilancio gialloblù

57 presenze e 11 gol in campionato con l’Ascoli tra il 2005 e il 2007, 25 presenze e 5 gol con il Verona nella stagione 2011/2012: un rendimento simile quello di Saša Bjelanović con le maglie delle due avversarie che domani scenderanno al Bentegodi per darsi battaglia nel posticipo delle 18.

In quanto doppio ex della sfida, l’attuale direttore sportivo dell’Hajduk Spalato è stato raggiunto dai colleghi de L’Arena, con i quali ha parlato del suo passato in gialloblù, ma anche dell’Hellas di oggi e della partita con i bianconeri.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

 

LA STAGIONE AL VERONA. «Sono arrivato in un anno di transizione: all’epoca la squadra era appena stata promossa dalla Serie C, e non c’erano nomi altisonanti, anche se poi emersero i talenti di Jorginho e Tachtsidis. Ricordo molto bene Martinelli, uno che investiva e lavorava per il futuro. Ciò che l’Hellas ha, lo deve anche a lui: il suo cuore batte ancora nel Verona di oggi. La mia esperienza? Ho avuto molti infortuni che mi hanno condizionato, ma a volte si riesce a superare i problemi grazie al sostegno della gente, e io ho ancora bene in mente i cori e la Curva piena. Nonostante i numerosi alti e bassi, Verona è stata la città in cui mi sono trovato meglio: adoro la vostra terra»

MANDORLINI. «Il mister è un tipo impulsivo, e che a volte ha pagato a caro prezzo la sua sincerità. È però uno che conosce il mestiere e che sa dare una fisionomia ben definita alle proprie squadre: credo che a Verona nessuno possa sostenere il contrario…».

L’HELLAS DI OGGI. «Il campionato è ancora incerto, ma è ancora tutto da giocare. Forse all’Hellas manca ancora la continuità necessaria per restare stabilmente nelle prime due posizioni, però gli ultimi risultati suggeriscono che il Verona sta bene e sa vincere: forse è stata trovata la strada da seguire. L’uomo a cui aggrapparsi? Vorrei fosse Pazzini, uno che quest’anno ha già lanciato messaggi forti».

IL PROSSIMO AVVERSARIO. «L’Ascoli è una squadra tosta, pericolosa sia in casa che fuori e il cui potenziale non è ancora stato espresso: la classifica non rende giustizia ai bianconeri. Se posso dare un consiglio, occhio a Ninkovic…».

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