Grosso continua imperterrito a schierare giocatori fuori posizione. Setti invece non sembra proprio intenzionato a dare una scossa
Silvestri; Bianchetti, Dawidowicz, Marrone, Vitale; Faraoni, Danzi, Zaccagni; Matos, Pazzini, Lee… Se vi dicessimo che alla lettura di questa formazione nessuno in tribuna stampa abbia mugugnato, mentiremmo.
Uno starting XI in cui figuravano tre calciatori assenti da lungo tempo (Vitale, Danzi e Matos) e, soprattutto, altrettanti giocatori fuori posizione (Bianchetti, Faraoni e soprattutto Marrone), non poteva che far sorgere qualche perplessità vista l’importanza dell’impegno, un match al termine del quale i dubbi si sono rivelati fondati.
GIOCATORI SNATURATI. Probabilmente siamo ripetitivi e ridondanti, ma l’idea è sempre quella: i calciatori devono giocare nel proprio ruolo. Ci sta la mossa a sorpresa, la cui efficacia è però proprio nel nome, una “sorpresa” che viene meno quando quella scelta diventa routine. Ci riferiamo ovviamente a Faraoni mezzala (lui stesso, in sede di presentazione, aveva detto di dare il meglio di sé come terzino destro) e Bianchetti esterno basso, due idee avute in un periodo in cui le alternative scarseggiavano e che in un primo momento avevano anche pagato i propri dividendi. L’errore però sta nell’aver continuato a puntare su queste soluzioni anche dopo il rientro dei giocatori “di ruolo” e soprattutto dopo la sparizione dell’effetto-sorpresa, con gli avversari ormai in grado di ribattere alla mossa tattica di Fabio Grosso.
MARRONE. Un discorso a parte lo merita Luca Marrone. Dispiace, perché il ragazzo ha comunque un curriculum di tutto rispetto e si mette a disposizione della squadra, ma il difensore centrale non sembra essere la posizione di campo a lui più congeniale. Forse potrebbe interpretare quel ruolo in una difesa a tre, affiancato da due “marcatori puri”, ma schierarlo in un quartetto difensivo, per di più accanto a un terzino di grande spinta come Vitale, appare un suicidio tattico. Capire come mai si voglia a tutti i costi continuare a mandarlo al massacro in questo modo, pur al netto delle pochissime prestazioni convincenti offerte in quella zona di campo, rimane per noi un mistero.
CAPACITÀ DI ADATTAMENTO. Quello che sembra mancare a Fabio Grosso è l’elasticità. Una squadra che punta alla promozione non può essere monotematica, ma deve saper cambiare se necessario. Un bravo allenatore è quello che tira fuori il meglio dalla rosa a disposizione, adattando il proprio gioco e il proprio modulo ai giocatori che ha, e non viceversa. E a quanto pare, vuoi per inesperienza o vuoi per testardaggine, il tecnico gialloblù questo non è proprio in grado di farlo.
GLI ESONERI MANCATI. Se il campionato fosse iniziato a metà marzo, il Verona si troverebbe penultimo al pari del Padova e a +2 dal Livorno: sono infatti solamente tre i punti raccolti nelle ultime cinque partite da Pazzini e soci, un bottino che è lo specchio della terza grande crisi dei gialloblù in questo campionato. Troppe per una corazzata (perché noi rimaniamo dell’idea che la squadra costruita in estate e rifinita in inverno sia una delle più competitive della categoria) che vuole la Serie A, e troppe dovrebbero essere anche per Maurizio Setti, chiamato oggi più che mai a una decisione drastica che però sembra non voler arrivare. Ciò è strano soprattutto alla luce di quella conferenza stampa di febbraio in cui il patron dell’Hellas aveva chiaramente detto di non voler ripetere l’errore fatto lo scorso anno con Pecchia, eventualità che invece sembra prendere sempre più piede…
CAMBIAMENTI. A questo punto, quindi, le strade da intraprendere sono due: la più logica conduce a un nuovo allenatore, la più probabile a un cambio di rotta da parte di Fabio Grosso. La prima via porterebbe a un traghettatore, un nome su tutti Aglietti, il quale darebbe quantomeno una scossa all’ambiente (o almeno ci proverebbe). La seconda, in caso di ennesima conferma, costringerebbe invece l’attuale tecnico gialloblù a dover assolutamente cambiare qualcosa innanzitutto sul campo, e cominciare dagli schieramenti iniziali e dal rimettere i calciatori nei ruoli in cui rendono al meglio potrebbe essere un buon primo passo. Anche perché, come dicevano i latini, “errare humanum est, perseverare autem diabolicum“…
Facciamo il confronto del sacro Pazzini e Coda visto al Bentegodi…. Il giocatore del Benevento faceva reparto offensivo da solo…
Non vedo l’ora sia finita non ne posso piu
Se il prossimo anno ce ancora Grosso niente abbonamento lo giuro
Grosso l’è uno de quei brai a carte quando se zuga a rubamassetto. El calcio però l’è par quei boni de zugar a 3.7
BUFFONATE…
E se perde a pescara mister coerenza cosa fa?
Si perseverera’
Finiamo questa pagliacciata . Basta … È un supplizio vedere Hellas giocare in questa maniera. Setti conferma grosso anche al prossimo campionato di B . Non vuole risalire in serie A. Basta scrivere stupidaggini. Lo sappiamo tutti da quest’estate . Non è una sorpresa
Nn cia li doldi. Nn vuole la. A
Te credo el vol restar in b
Sono convinto che con la rosa che abbiamo e un allenatore competente saremmo già in A …..
Anche setti continua a schierare allenatori fuori posizione
Grosso è quello più fuori ruolo di tutti…?
Ma volete capire che il nostro buffone non vuole andare in serie A e tiene un allenatore incapace è buffone anche lui non hanno un po’ di dignità
Nde in mona tuti e du
Primo Marrone stà bene solo in tribuna…secondo Vitale grande spinta ma dove?