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Toni a L’Arena: “Hellas tre le più forti in corsa e… fortunato”

Toni Verona

L’ex bomber gialloblù, complice anche l’esclusione del Palermo, vede il Verona come una tra le favorite per la vittoria dei play-off

Una sfida già decisiva quella che stasera vedrà l’Hellas affrontare il Perugia nel turno preliminare dei play-off, una partita che sicuramente sarà seguita anche da Luca Toni, uno che conosce bene sia Verona e la Serie B (30 le sue reti nella stagione 2003/2004 con la maglia del Palermo).

Proprio per questo i colleghi de L’Arena hanno deciso di raggiungerlo, scambiando due chiacchiere con lui sia sui verdetti del campo (confermati o potenziali) che su quelli dei tribunali, ma anche sul cosiddetto “calcio moderno”: di seguito, dunque, le principali dichiarazioni rilasciate dall’ex bomber gialloblù ai giornalisti del quotidiano scaligero.

BRESCIA E PALERMO. «Non sono per niente sorpreso della promozione del Brescia: la Società ha scelto gli uomini giusti e “il Genio” ha portato mentalità dopo un avvio non buono. Contro il Verona avevo già visto una squadra cattiva, aggressiva e con voglia, e da lì ho capito che avrebbero vinto il campionato. Il Palermo invece ora è in un limbo, terzo ma retrocesso. Hanno aspettato la fine della stagione per poi spedirli in Serie C, scombussolando tutto: non riesco a capacitarmi di quanto successo e non so cosa ci sia dietro, ma così non va».

L’HELLAS. «Il Verona è tra le squadre più forti ancora in corsa, ha investito molto e può andare fino in fondo. Certamente l’obiettivo iniziale era vincere il campionato, ma ora l’Hellas ha questa grande chance di giocare dei play-off in cui non c’è più il Palermo, il che la mette tra le grandi candidate alla vittoria finale. Se però non dovesse farcela, sarebbe un fallimento… Pazzini? Lo vedo sempre carico e positivo, sta bene. Certo è strano vederlo in panchina, ma prima di tutto viene la squadra, e lui è un professionista esemplare».

GLI MVP DELLA SERIE B. «Questa B è qualitativamente più bassa rispetto a quella in cui giocai io, e non è un caso che spesso chi viene promosso poi retroceda l’anno successivo. Se devo dire un nome, mi piace Torregrossa, un giovane bravo e che ha saputo mettersi in mostra, mentre tra i giocatori del Verona scelgo Di Gaudio, uno che può fare la differenza».

IL “CALCIO DELLE AZIENDE”. «De Rossi, Pellissier, Ribery? Gli uomini-simbolo non esistono più: questo è il calcio delle aziende, in cui le bandiere spesso sono scomode e in cui spesso il passato non conta. Non so se sia giusto o sbagliato, ma tant’è: conta solo il presente, non vedo più riconoscenza verso quei giocatori che hanno dato tanto ai rispettivi club».

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