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Renica: “Da piccolo ero malato dell’Hellas e di Zigoni”

L’ex difensore di Vicenza, Samp, Napoli e Verona si è raccontato ai microfoni dei colleghi della Lega B

Classe ’62, nato in Francia ma italianissimo, due stagioni (1991/1992, 1992/1993), ventotto presenze e un gol in campionato con la maglia dell’Hellas.

Stiamo parlando di Alessandro Renica, ex difensore di Lanerossi Vicenza, Sampdoria, Napoli e, come già detto, Verona.

In occasione del suo ritorno al Bentegodi nell’ambito dell’iniziativa degli “Ex calciatori in campo“, i colleghi della Lega B hanno colto l’occasione per scambiare con lui quattro chiacchiere sui gialloblù e sulla cadetteria in generale.

Di seguito, dunque, la sua intervista integrale.

Qual è il primo ricordo che le viene in mente se si parla di Verona?
«Beh, ce ne sarebbero tanti. Innanzitutto io da ragazzino ero tifosissimo, malato praticamente, dei colori gialloblu. Potrei raccontare tante cose, tante esperienze, ma mi basta dire un nome per far capire a tutti quello che voglio dire: Gianfranco Zigoni. Ecco io mi godevo le sue prestazioni, e questo la dice lunga in che contesto ho mosso i primi passi come tifoso dell’Hellas Verona».

E adesso segue ancora l’Hellas?
«Sicuramente meno di prima anche a causa del lavoro. Mi trovo a seguire perlopiù il Napoli, altra città che ha un certo valore nella mia vita, ma mi capita comunque di informarmi sulle prestazioni della squadra di Aglietti. Anche perché da allenatore comunque uno deve tenersi informato, e a me piace fare le cose bene».

Mercoledì sera al Bentegodi arriva il Pescara per la semifinale playoff, che partita sarà?
«Come dicevo prima per fare delle analisi specifiche bisogna conoscere fino in fondo tutte le variabili e gli ambienti. Visto che non posso giudicare questi aspetti in maniera precisa posso dire la mia idea generale di questo match, anche alla luce della mia esperienza e della mia conoscenza del calcio. Bisogna fare una premessa e dire che, a livello fisico, le due squadre arrivano in due momenti contrapposti: il Pescara entra in scena adesso, avendo ottenuto un miglior piazzamento in classifica, l’Hellas Verona invece ha disputato addirittura i supplementari nel turno preliminare contro il Perugia. Quindi, almeno a livello atletico, potrebbero esserci delle difficoltà per i padroni di casa e proprio su questo potrebbe puntare Pillon per mettere sui giusti binari il match, senza dimenticare che, visto il miglior piazzamento in classifica, il Pescara può contare anche sulla possibilità di arrivare in parità al termine dei 180′. Però Aglietti ha dimostrato di avere una squadra con una grande capacità offensiva, con tanta qualità e che sicuramente è molto competitiva. Poi naturalmente parlerà il campo, fare pronostici in questo momento è impensabile».

E più in generale di questa B cosa pensa?
«La serie cadetta è il palcoscenico migliore per non bruciare i giovani e per lanciarli nel calcio che conta. I grandi club, quelli che giocano le coppe europee, hanno difficoltà a gestire tutta la rosa e tutti i giovani senza bruciarli. Ecco allora che la B diventa una palestra vera e propria e le ultime convocazioni nelle rappresentative azzurre ne sono la prova. La B è un campionato molto difficile, equilibrato, in cui le motivazioni sono pazzesche e l’equilibrio è una caratteristica diventata “tradizionale”. Sicuramente un campionato come questo serve all’intero movimento perché permette ai talenti del domani di fare un’esperienza molto formativa che possa lanciarli subito nei grandi palcoscenici».

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