Le dichiarazioni dell’ex difensore gialloblù in vista della semifinale di ritorno dei Playoff contro i biancazzurri
Emidio Oddi, ex terzino dell’Hellas Verona sarà presente domani sera all’Adriatico per la sfida contro il Pescara. Queste le sue parole rilasciate al canale mediatico della Lega B:
STAGIONE 1981-1982. “Quell’annata è stata bellissima, la ricordo molto bene. Era il primo anno di Bagnoli sulla panchina scaligera e abbiamo vinto il campionato giocando benissimo. Più che un ricordo vi racconto un aneddoto che fa capire come il calcio sia ricco di coincidenze particolari e belle e che, spesso, la storia s’incrocia. Quella stagione ottenemmo la promozione alla penultima giornata, pareggiando proprio sul campo del Pescara…’’
PESCARA-VERONA. “Premetto che sono contentissimo di essere allo stadio perché sono sicuro che sarà una gara apertissima ed entusiasmante. Chiaramente il risultato dell’andata e la posizione in classifica è a favore dei padroni di casa ma nulla è scontato. Ho visto la gara d’andata e devo dire che ogni volta che una delle due squadre attaccava, la difesa avversaria soffriva. Sono mancati i gol, quello si, ma al ritorno non credo che sarà così. Poi la qualità è tanta da una parte e dall’altra. Senza citare giocatori, posso dire che le soluzioni per sbloccare il match per entrambi gli allenatori ci sono e sono tante“.
SERIE B. “Le differenze ci sono, chiaro. Ma devo dire che da sempre la B ha un valore importante nel panorama calcistico italiano perché permette a un giocatore di crescere, specie ad un giovane. Si dice spesso che quello cadetto sia un campionato utile come palestra per i giovani. Sembra banale ma è così perché in questo campionato si “osa”, lanciando i giovani. E al Mondiale Under 20 ce ne siamo accorti. Poi io che vivo da vicino il territorio ascolano ho proprio un esempio di quanto ho appena detto: l’Ascoli è una squadra che negli ultimi anni ha sfornato talenti pronti a spiccare il volo: Orsolini, Favilli, Clemenza solo per citarne alcuni. E continua a farlo stagione dopo stagione. Questo vuol dire che si deve avere il coraggio di sfruttare i giovani e, magari, affiancarli a giocatori di esperienza che possano aiutarli a crescere e dare ancora più qualità alla propria squadra”.
PRESENTE. “Attualmente mi “rilasso” allenando squadre dilettanti qui nella zona in cui vivo, anche se è molto difficile perché le risorse economiche sono davvero basse, anzi praticamente nulle. Però sono innamorato del campo, la mia è una passione, e quindi, nonostante le arrabbiature, nonostante le delusioni, continuo a restarci dentro e a farlo volentieri”.