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Sboarina: “Vado in Curva dal 1985. Col nuovo stadio sarà ancora più bello”

Le parole del primo cittadino di Verona sulla promozione in Serie A degli scaligeri

Federico Sboarina, sindaco di Verona ha parlato a La Gazzetta dello Sport per commentare la promozione dell’Hellas:

ABBONAMENTO IN CURVA. “Perché sono sempre andato lì. Il primo abbonamento l’ho fatto nel 1984-85, l’anno dello scudetto, a 14 anni. Non riesco ad andare negli altri settori. In curva c’è più emozione”.

FINALE COL CITTADELLA. “Una giornata intensa, partita col Giro d’Italia. Finito tutto è salita l’adrenalina per la partita. Il tempo di andare a cambiarmi e via. C’era timore per il 2-0, ma visto lo stadio pulsante la fiducia è salita. Una delle emozioni più belle, una pro- mozione così inaspettata. Dopo
la vittoria a Pescara, uno stadio per noi ostico, è salito l’ottimismo. Un crescendo”.

CONTESTAZIONE. “Cerco di distinguere il ruolo di sindaco e tifoso. Col mio abbonamento, che pago ogni anno, gioisco per le vittorie e mi incavolo se le cose non vanno”.

RAPPORTO COMUNE-HELLAS. “Come con tutte le altre. Sul piano istituzionale abbiamo rapporti quotidiani, e io sono rigoroso e talebano perché tutto sia svolto con correttezza”.

NUOVO STADIO. “La legge prevede che sia il Verona ad aderire al progetto. Sono in corso tutti i passaggi e
stiamo rispettando i tempi. Rifare il Bentegodi non è una scelta, ma una necessità che ha
fatto nascere un’opportunità”.

PROMOZIONE HELLAS E RETROCESSIONE CHIEVO.La città continua a crescere.A marzo eravamo l’unica presente agli accordi sulla via della Seta, il presidente della Cina ha visto in noi la sola città con la quale stringere accordi turistico-culturali. Siamo l’unica città non capoluogo di regione che ha vinto uno scudetto e ha
avuto derby in Serie A. E come stadi, viste anche la Virtus e le donne, siamo davanti a tutti”.

FATTORE BENTEGODI.Sicuramente. E se non ci fosse stata la pista… Nel nuovo stadio all’inglese i 25mila si faranno sentire: sarà difficile in Italia trovare un calore così“.

CLIMA OSTILE. “Quando una squadra lotta fino alla fine uscirà sempre tra gli applausi. Noi ci identifichiamo con la squadra: se chi indossa la maglia ci lascia l’anima il clima non è ostile. Quando vediamo che non è stato fatto tutto, in campo e fuori, le cose cambiano”.

RITORNO IN TRASFERTA. “Ne ho fatte tante e ne farò ancora, anche se ora ho meno tempo e due figli piccoli. Tornare a San Siro o all’Olimpico sarà bellissimo, per carità, ma mi hanno affascinato le trasferte in Lega Pro: giocavamo sempre in casa e in posti incredibili. Di sicuro, visto che la A ha perso piccole piazze e ritrovato club importanti, fa piacere sapere che il Verona c’è”.

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