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Paese, Fulgoni e Cataldi esaltano Silvestri su L’Arena

I tre preparatori dei portieri, raggiunti dai giornalisti del quotidiano, non hanno dubbi: il numero uno gialloblù può dire la sua anche in Serie A

Al suo primo anno da titolare, con le sue numerose e splendide parate ha dato un contributo fondamentale al raggiungimento dell’obiettivo Serie A: stiamo ovviamente parlando di Marco Silvestri, uno degli assoluti protagonisti dalla cavalcata gialloblù verso la promozione.

La sua grande stagione non è ovviamente passata inosservata agli “addetti ai lavori”, in primis ovviamente a Massimo Cataldi, il preparatore dei portieri dell’Hellas, ma anche ad altri suoi colleghi, come Fabrizio Paese ed Ermes Fulgoni, due che nelle loro carriere hanno allenato tra gli altri anche un certo Gianluigi Buffon.

Di seguito infatti le dichiarazioni degli esperti in materia rilasciate a L’Arena e comparse sull’edizione odierna del quotidiano.

PAESE. «Silvestri è un ottimo portiere, è cattivo tra i pali e interpreta il ruolo in modo moderno, giocando con la squadra. Quest’anno ha fatto una grandissima stagione, e credo che farà bene anche in Serie A».

FULGONI. «Marco avrebbe meritato di giocare titolare in serie A già due anni fa, tanto che alla Juve avevo detto che sarebbe potuto diventare un altro Buffon. Ha qualità e fisicità, e nonostante quando era più giovane fosse un po’ “mollo”, negli ultimi anni è maturato molto. L’Hellas deve tenerselo stretto: è un ragazzo d’oro e un portiere eccezionale».

CATALDI. «La parata più bella? Non conta il canone estetico, ma quelle che più aiutano la squadra e che trasmettono coraggio ai compagni. Marco è un ragazzo di temperamento e umanamente eccezionale, e la sua più grande qualità è la dedizione che mette nel lavoro. Più ci si dedica, più cresce il rispetto per la maglia che si indossa, per il club, i tifosi ed i compagni. In allenamento studia gli avversari e il loro modo di battere i calci piazzati. La Serie A? Al di là degli interpreti con maggior classe, influirà giocare in grandi stadi con più spettatori, più rumore di sottofondo e più pressione mediatica. Occorrerà avere un cuore che batta nella roccia».

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