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Setti al Guerin Sportivo: “In Serie A per rimanerci a lungo”

Il patron gialloblù, durante la lunga intervista rilasciata ai colleghi, ha parlato degli obiettivi di quest’anno e non solo

È un Maurizio Setti a tutto tondo quello che si è concesso ai microfoni e ai taccuini dei colleghi del Guerin Sportivo.

Dalla fantastica promozione dello scorso giugno, arrivando al calciomercato e agli obiettivi della prossima stagione in Serie A, eccovi dunque i passi principali della lunghissima intervista al patron gialloblù.

IL VERONA “DI SETTI”. «Ho sempre cercato di costruire una società che potesse essere apprezzata per i risultati sportivi, ma che fosse al contempo anche strutturata: penso per esempio al settore giovanile e a quello femminile. Entro l’estate ci trasferiremo nella nuova sede di proprietà, siamo al lavoro su un nuovo centro sportivo e c’è il nostro appoggio alla costruzione di un nuovo stadio. Più difficile fare abiti o calcio? Sono due sfide diverse, ma nel calcio c’è una componente emozionale fortissima che è sia il motivo principale per cui ho scelto di investire in questo ambito, sia ciò che lo rende un tipo di impresa molto complesso».

LA SERIE A. «Dal 2013 il livello della Serie A si è alzato moltissimo, ma noi vogliamo lottare per rimanere qui a lungo. Il nostro obiettivo è consolidare la categoria: l’ultima volta sono stati commessi degli errori che non voglio assolutamente ripetere. Da una lunga permanenza nella massima serie derivano solidità economica e maggiori possibilità, retrocedere non conviene a nessuno».

LA PROMOZIONE. «Per come è arrivata è stata la più bella delle mie tre. Eravamo consapevoli di aver costruito un organico molto forte, e l’obiettivo era la promozione diretta, ma vincere i play-off è stato indescrivibile».

GROSSO E AGLIETTI. «Il cambio in panchina è arrivato quando è stato impossibile proseguire. Detto ciò, credo che sia Grosso che Aglietti abbiano avuto i loro meriti: il primo, nonostante i risultati siano stati deludenti, ha comunque portato a casa 49 dei 52 punti totali, mentre il secondo è stato straordinario, l’uomo giusto al momento giusto. Il merito fa diviso tra tutti e due».

LA GIUSTIZIA SPORTIVA. «Dire che il Palermo non sarebbe stato un avversario tosto sarebbe mentire, ma leggendo le carte è stata una penalizzazione sacrosanta. Il problema sono state le tempistiche, ma speriamo che il nuovo codice di giustizia migliori quest’aspetto. Ciò che sicuramente serve è però una diversa ripartizione degli utili in favore delle squadre medio-piccole, che come ci insegna la Premier League favorisce lo spettacolo, nonché la crescita di asset fondamentali come i nuovi stadi».

L’IDENTITÀ. «Verona è una delle piazze con una storia, una simbologia e un’identità tra le più belle e forti, ed è in quest’ottica che negli anni abbiamo lavorato sui colori delle maglie e sui simboli del club. Inoltre non dimentichiamo il passato: collaboriamo attivamente con l’associazione degli Ex Calciatori dell’Hellas Verona, abbiamo nei quadri societari alcuni grandi ex nel ruolo di ambasciatori e Bagnoli è il nostro presidente onorario, un ruolo carico di significato che Osvaldo ci ha fatto l’onore di accettare».

JURIC. «La scelta di Juric nasce dall’idea di costruire una squadra di indole forte, pronta a dare battaglia a tutte le avversarie. Juric ha in mente un calcio propositivo, una caratteristica che cerco nei miei allenatori. Ha poi raccolto una promozione col Crotone e una salvezza col Genoa, accumulando esperienza nella massima serie».

IL MERCATO. «In vista della Serie A Andranno senza dubbio fatti degli innesti importanti, ma la mia idea è quella di mantenere l’ossatura della rosa dell’anno scorso nei suoi elementi di maggiore qualità ed esperienza. Pazzini? Ha l’ultimo anno di contratto con noi e in questa stagione ha dimostrato di sapersi mettere a disposizione di squadra e mister, sia in campo che fuori, e ciò servirà anche nella prossima stagione».

IL RAPPORTO COI “BUTEI”. «Il mio pensiero l’ho espresso in una lettera aperta che ho scritto nel pieno dei play-off. Il mio operato va giudicato sulla base dei risultati e non mi sono mai sottratto alle critiche, ma il mio intento è quello di costruire una società vincente e sana. Il Verona è anche e soprattutto passione e credo che ciò si sia visto nella finale di ritorno con il Cittadella. Quella partita l’hanno vinta anche i tifosi: durante il riscaldamento i nostri calciatori avevano la pelle d’oca, e poco dopo sono andati a prendersi la A insieme a una città che può dare tantissimo ai propri colori».

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